bilingual blog

this is a bilingual blog written by a single mom who is like many others but who somehow is also different :-)

domenica 10 novembre 2013

quelli degli EDS - EDS people

prendete un gruppetto di pazzi a cui piace scrivere e che, allo scopo, si aprono un blog (ma alcuni anche no). prendete una spingitrice di pazzi più pazza di loro che si apre un blog per spingere i bloggers a scrivere. prendete gli EDS, Esercizi Di Scrittura della suddetta e fateli diventare una sana abitudine, nonché un punto d'incontro virtuale per i pazzi blogger di cui sopra. prendete gli EDS e la pazza spingitrice e fatene un libro. prendete un errore di stampa in quarta di copertina volutamente mai più corretto e invece che dei blogger avrete persino bei blogger. e poi prendete una casa in centro a milano (splendida!), una padrona di casa di classe e di cuore, mettete la spingitrice alla testa del binario 10 ad aspettare con una teglia di lasagne e fate arrivare svariati treni dalle direzioni più disparate, da cui far scendere alcuni dei bei blogger di cui sopra muniti di cibo e vino sufficienti per sfamare un reggimento provato da una lunga carestia e saprete tutto ciò che avete bisogno di sapere in merito alla giornata odierna.

le parole, le risate, le emozioni non ve le racconto. me le tengo per me. vi mostro la casa, quella sì. vista  attraverso i miei occhi e e ri-vista attraverso il mio editor di foto.

ps: abbiamo mangiato talmente 'poco' che l'acronimo EDS è già stato ribattezzato Eventualmente Digeriremo Sabato.

© singlemamafranny - all rights reserved
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take a bunch of crazy people who like to write and who, on this purpose, opened a blog ( but some of them did not) . take a crazy people's pusher who is even crazier than them and who opens a blog to push bloggers to write. take the crazy pusher's EDS, the italian acronym for Writing Exercises and let them become a healthy habit as well as a virtual meeting point for the insane bloggers mentioned above. take both the EDS and the crazy pusher and make a book out of it. take a printing error on the back cover which hasn't then deliberately been corrected and instead of some bloggers you'll have beautiful bloggers. and then take a (gorgeous!) flat in the center of milan, a hostess with class and heart, put the pusher at the top of track 10 to wait with a pan of lasagna and let several trains arrive from different directions, let come down from those trains some of the beautiful bloggers with wine and food sufficient to feed a regiment tested by a long famine, and you will know everything you need to about today.

I'm not revelaing the words, the laughters and the emotions. I prefer to keep them for me. I'm going to show you the flat, instead. view through my eyes and
and re- view through my photo editor.

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giovedì 7 novembre 2013

in pirlo veritas

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Son qui, seduta al tavolino del chiosco del parco comunale. Il gestore, sebbene sia autunno inoltrato, vista la stagione mite e accondiscendente, ha deciso di correre il rischio di prolungare l’apertura per due gatti e tentare di far magari quattro soldi. Oltre a me e lui, però, non c’è anima viva. Oddio, per la verità un gatto c’è. Se ne sta lì bello sornione, mollemente svaccato sul muro di cinta, a sonnecchiare sotto la folta chioma di una pianta carica di cachi. È rosso di pelo, il gatto. Rosso si fa per dire. È arancione. Ecco, ora che ci penso, me la son sempre chiesta ‘sta cosa, io. Come mai del pelo e dei capelli si dica che son rossi quando, il più delle volte, rossi non sono. Qualcuno più forbito di me, uno di quelli che i colori te li snocciolano in nuances, direbbe che il pelo del gatto è “rosso ramato intenso” solo perché fa fico. Per conto mio è arancione. Punto.

Il gestore, simpatico come una gatta di marmo, si è chiuso nel chiosco a trafficare. Dalle casse del suo stereo riecheggia la voce di Gilberto Santa Rosa. E a me vien quasi voglia di ballare. Anche il suono si veste di colori. È caldo. È avvolgente. È arancione pure quello. Magari con qualche spruzzata di giallo, giusto perché dentro alla canzone ci son le stelle. Il ritmo oltrepassa le mie membrane timpaniche e arriva alla mia pancia, è una impalpabile scia arancione lievemente stirata di giallo che mi attraversa e mi scalda.

Lo so, non si direbbe che io sia ancora sobria, e invece. Ho ordinato un pirlo, sì. Con aperol, arancione pure quello. Ma avrò buttato giù sì e no due sorsi, finora. Mai capito manco questa io. Perché il resto del mondo il pirlo lo chiami spritz. Il pirlo è il pirlo e a me fa sempre un po’ senso quando devo cambiargli nome per ordinarlo in un’altra città. E poi un pirlo fatto bene, è una gran cosa. Ti salva la vita.

Ci pensavo giusto l’altra sera. Uno, secondo me, per viver bene, davvero bene, senza star lì a farsi tante menate o a lamentarsi per la qualunque, per guardare le cose con quel pizzico di sano ottimismo che – se la fisica quantistica non mente – fa tanto bene alla legge d’attrazione e all’universo e alla vita stessa, per attraversare ogni giorno e ciò che esso comporta con il giusto spirito, dovrebbe farsi un pirlo. O almeno fingere di esserselo fatto e riprodurne lo spirito.

Il pirlo non ti offusca la mente (oddio, forse al quarto ne possiamo parlare…), ti da quel quid in più che ti serve per star meglio. Dopo un pirlo sei appena più simpatico, appena più audace, appena più determinato, appena più felice, appena più schietto e sincero. Appena più pirla, anche, volendo.

Un pirlo è il filtro perfetto attraverso il quale guardare alla vita. Ti consente non solo di vederla arancione (no, dico, dell’arancione in cromoterapia ne avete mai sentito parlare?), – un’altra delle tante cose che non capisco è perché un ottimista debba “veder tutto rosa”. Io, poi, il rosa lo detesto. – ma anche di vederla nel modo migliore. Con un sorriso e senza nubi. Il pirlo, insomma, ti ricorda della vita quale sia la più ovvia verità: che è bella. E che val sempre la pena di essere vissuta.

Mi alzo e vado al bancone del chiosco a pagare. Mentre cammino in direzione dell’uscita mi casca l’occhio su qualcosa di arancione che spunta da sotto la sedia del tavolino accanto al mio. È un largo elastico. Guardo meglio. È una fionda giocattolo. Qualche bambino deve averla persa quando è venuto qui al parco. Mi chino a raccoglierla con l’intenzione di portarla a Mr. Simpatia, che se mai il legittimo proprietario gliela andasse cercando, potrebbe restituirla, quando all’improvviso mi balena un pensiero e mi fermo. Guardo verso il chiosco. Il gestore, dopo aver preso i soldi, si è di nuovo rintanato a sistemare la dispensa sul retro e non mi vede. Mi chino di nuovo e seleziono accuratamente un sasso tra i tanti che formano la ghiaia sotto ai miei piedi. Poi poso la borsa sul primo tavolo che mi capita a tiro e impugno la fionda, mirando in direzione dell’albero.  Carico, prendo la mira, lancio e centro in pieno un grosso caco maturo che esplode spandendo la sua polpa molliccia addosso al gatto, che fugge miagolando, meno sornione e molto più arancione di prima. Rido. Decido che la fionda me la tengo e me la infilo nella tasca del soprabito. Riprendo la mia borsa e torno verso casa. 

questo racconto partecipa all'EDS del grande cocomero de la Donna Camèl

chi volesse saperne di più sul pirlo, può trovare notizie qui.

chi invece stesse pensando che la canzone mica l'ha capito se è tropicale o no, da quel poco che ne ho scritto, se la può serenamente ascoltare (e ballare, perché se riesce a star fermo è una gatta di marmo come il gestore del chiosco :-P) qui.

sabato 2 novembre 2013

pulivetri fai da te - DIY window cleaner

lo so, piove. ma oggi è l'ultimo giorno di luna calante e i miei vetri di cucina e sala gridavano "pietà!", perciò mi sono armata di ingredienti e di spruzzino e mi sono preparata la pozione magica all'uopo.

I know, it's raining. but today is the last day with waning moon and my kitchen and living room windows were shouting "have mercy!", so I armed myself with the necessary ingredients and a spray bottle and I prepared the magic potion for that purpose.

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Ingredienti:

100 ml di alcool puro a 90° (quello bianco per liquori, per intenderci)
400 ml di acqua
3 gocce di detersivo ecologico per piatti
qualche goccia di olio essenziale di agrumi / timo / tea tree (facoltativo)

mescolare il tutto senza agitare dentro lo spruzzino, spruzzare sui vetri e lasciare agire qualche minuto. rimuovere utilizzando un panno in microfibra passato in acqua molto calda e strizzato. asciugare con carta da giornale. e voila.

per un risultato più duraturo, buttate un occhio al calendario lunare ed accertatevi che ci sia il simbolino della pulizia dei vetri. altrimenti fate come credete. ma sappiate che potreste pentirvene :-)

Ingredients:
 

100 ml of pure alcohol at 90 ° ( the white one for home made liquors)
400 ml of water
3 drops of dishwashing detergent ecological
a few drops of essential oil of citrus / thyme / tea tree (optional)

mix it all without stirring inside the spray bottle, spray on the windows and leave a few minutes. remove with a damp microfiber towel washed in very hot water and wrung out. wipe using pages of old newsprint. and voila.

for a more durable result, throw an eye to the lunar calendar and make sure that there is a the symbol of glass cleaner. otherwise do as you wish. judt be aware that you might regret it :-)

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