io, di solito, con te non ci parlo. mi ha sempre dato noia che gli altri siano lì dove sono perché dio, l'universo o chi per esso ha stabilito ora e giorno della fine delle loro vite. che loro magari manco volevano morire. e invece tu sì. o, perlomeno, è quello che hai creduto di volere mentre hai premuto il grilletto.
oggi sono vent'anni che te ne sei andato. la mamma è ancora sottosopra e continua a chiamarti 'l'imbecille'. mio figlio non sa nemmeno che sei esistito. e non è che non glielo dica perché non mi va di spiegargli il concetto di suicidio. non lo faccio perché temo che vada a far domande alla nonna. che lei non sarà mai pronta a rispondere.
sai, lei non ti perdonerà mai. io, invece, son vent'anni che ci provo. e ancora non so se, almeno in parte, io ci sia riuscita. so che non ti odio più. che quella era l'unica scelta che tu eri in grado di fare in quel momento. e ho smesso di giudicare il tuo gesto. so persino che ci sono milioni di motivi per cui esserti grata, nonostante il finale non sia stato esattamente come l'avrei voluto. quello che non so è se tutto questo basti, se sia perdono davvero.
le cose vanno sempre come devono. si vede che doveva andar così.
peccato, però. ciao, A.
Ti abbraccio <3
RispondiEliminaqueste parole sono una nuovo passo verso il perdono... ♥
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