bilingual blog

this is a bilingual blog written by a single mom who is like many others but who somehow is also different :-)

mercoledì 30 maggio 2012

è un gioco


Merda.

L’ho già riletta tre volte, ‘sta mail. E mo’? Che cazzo le dico io, adesso, a questa?
E come cazzo ci son finito dentro a ‘sta cosa, io? Un gioco, solo quello doveva essere. Oddio, quando è iniziato non potevo sapere che le sue tette avrebbero avuto un così forte ascendente su di me, quello no. Ma son poi due tette. Ecchessaràmai? Tutte le donne le hanno.

Quand'è stata l'ultima volta in cui sei stato davvero felice? Me lo sai dire?

Certo che te lo so dire, carina, che ti credi?
Io SONO felice. Anche adesso.
Ho tutto quello che ho sempre voluto dalla vita.
E sto benone dove e come sto.  Non serve che arrivi tu a farmi la predica. No no.

E poi, che cazzo ti prende?
Mi pareva ci stessimo divertendo un sacco, tu ed io.
Non stiamo bene così?
Perché mai dovremmo andare a complicarci la vita?
Sì, è vero, mi ecciti come non mi capitava da tempo. Soltanto immaginarti stretta dentro a quel vestito mi fa scoppiare la patta dei pantaloni…  a volte penso persino che se ti frequentassi troppo, perderei il controllo…

Follia, io non perdo il controllo.
Mica m’innamoro.
È un gioco.

Rileggo la mail, valà.

Merda.
Mi è tornata alla mente l’altra sera, quando abbiamo rischiato di farlo nell’androne, tanto eravamo eccitati.
Mi piace proprio.
Mi piace da morire.
È donna. No, di più. È femmina.
Sì, ma cazzo, è un gioco.
Un gioco, nulla di più.
Ci divertiamo e la cosa si chiude lì.
E lei mi sta addosso e mi toglie il fiato.
E io ho bisogno di aria, di respirare…

Rileggo. Sai mai che sia la volta buona che mi viene in mente cosa rispondere…

Credevo fosse diversa. E invece è come tutte le altre.
Qualche svoltolone nel letto, un paio di orgasmi ben assestati e zac! si attaccano come cozze.
Minchia, ma sempre s’innamorano ‘ste donne, se te le scopi bene?
Non possono soltanto divertirsi , santodio?

Tu lo faresti, al posto mio? Saresti in grado di lasciarmi andare?

Ecco.
Siamo già al melodramma.
Ma vai, vai. Mica siamo legati a vita, io e te.
Ti lascio andare eccome!
Certo mi piacerebbe divertirmi ancora un po’. Ma cazzo, davvero, mi manca il respiro…

Eppure quando ride è bellissima…
Brilla. S’illumina.
E io mi sento 10 anni di meno.

Cazzo.
Va a finire che le rispondo anche stavolta.

Credo di capire come ti senti, Giulia.
Ma davvero non era mia intenzione ferirti, sai?
Non voglio sentirti così, no.
Sei così bella quando ridi…

Andiamo via questo weekend. Lontano. Tu ed io soli.
Vedrai, sarà bellissimo…

Tanto io mica m’innamoro.
È un gioco.


***************

Questo racconto partecipa all’EDS Intersex, proposta da LaDonnaCamel insieme a:

- Melusina con All’ombra dell’ultimo sole
- Hombre con Puzzle
- Lillina con Tentar non nuoce
- Orsa Bipolare con Kronos e Kairos
- SpeakerMuto con Al pensiero
- Melusina con Paolino

- Maimaturo con Gli sguardi del cuore





martedì 29 maggio 2012

messa a fuoco - focus

nella vita è un po' come in fotografia.
spostando la messa a fuoco,
tutto cambia.

vale anche per i pensieri. 
e per le emozioni che ne derivano.

(ma ci son giorni che è proprio dura.)

© singlemamafranny - all rights reserved
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in life it's a bit like in photography.
if you move your focus,
everything changes.

even your thoughts
and the emotions arising from them.

(but some days it's really hard to do.)

domenica 27 maggio 2012

la colazione dello chef - the chef's breakfast

da quando è stato a bimbychef e ha imparato a fare i waffles non si dava pace.
qualche giorno fa è arrivata la macchinetta che ho comprato il offerta online e oggi era il giorno adatto.

since when he went to cook with some other kids and learned to make waffles, he could give himself no peace. some days ago the waffle maker arrived, which I have bought on line for a reduced price. And today was the day.

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giovedì 24 maggio 2012

adieu

gisella da un paio d'ore non è più mia.
e se n'è già andata.

se ho ben inteso, credo andrà all'estero.
buon per lei, quasi quasi un po' la invidio.

epperò una lacrimuccia quando l'ho vista allontanarsi m'è scesa, sì.
del resto, mi sto allenando per il cry pride.

ce la posso fare.

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Since a couple of hours, Gisella (my ex car) is not mine anymore.
And she has already left.

If I got it right, she will go abroad.
Good for her, I even almost envy her.

And let's face it, a tear was spread when I saw her drive away.
After all, I'm training for the cry pride.

I can definetly make it.

mercoledì 23 maggio 2012

da un quadro, una storia #2 - from a painting, a story #2


jack vettriano - baby, bye bye



Non so da quanto tempo son ferma qui. La tazza era bollente, prima. Ora è come fosse parte della mia mano, non la sento più. A dire il vero, non so nemmeno cosa sto facendo. Aspetto? Non so. Non credo abbia molto senso. Star qui, davanti a una finestra e veder scorrere la vita, fuori. La vita che scorre dovrebbe essere la mia. Ed io non dovrei limitarmi a guardarla, dovrei viverla. Con o senza di te.

È che son strana, io. Fatico a staccarmi da qui perché temo di dover ammettere che forse ci son sogni che bisogna lasciare andare. … No, non fa per me. Io ai miei sogni resto aggrappata, con le unghie e coi denti. Piuttosto lascio che ad andare sia la vita. Lei sa dove, persino quando noi lo ignoriamo. Persino quando ci ostiniamo a pensare che le cose dovrebbero prendere un'altra direzione. La vita va come e dove deve. Anche quando a noi sembra di fare delle scelte. O delle rinunce. In fondo, sceglie lei.

Wer weiss, was noch kommt...

Lo vedi, alla fine mi tocca ammettere che una paura ce l'ho anch'io. Forse ne ho persino più d'una. Perché se guardo meglio, se scavo a fondo dentro a quel buco indolenzito che mi sento in mezzo al petto (dicono che da qualche parte lì ci sia il cuore, ma io non so nemmeno più bene se il mio batta ancora o se sia solo il ricordo di quello che era a rimandarmi l'eco dei battiti), ne trovo altre. Quella di non sapere se sono in grado di rinunciare a quel poco che ho di te, ad esempio. Tu lo faresti, al posto mio? Saresti in grado di lasciarmi andare?

Che poi, andare dove? Son qui, incollata davanti a una finestra. Mi sento come se qualcuno mi avesse inchiodato al pavimento. Pensare che io avrei voluto volare. Chissà, forse posso ancora farlo. Bisogna solo che trovi il coraggio. Io non sono inchiodata qui, in realtà. Son qui (da tempo immemore), perché è qui che finora ho voluto stare.

Finora.

Stasera ho letto la storia degli aborigeni australiani del lorichetto arcobaleno. Meelia, la figlia deforme di un vecchio saggio, che tutti prendevano in giro, un giorno decise di voler diventare un bellissimo uccello per andarsene via e smettere di soffrire. Dovremmo fare altrettanto. Invece noi siamo portati a rimanere attaccati alle cose familiari anche se non ci rendono felici. Il cambiamento, l'ignoto, ci spaventano.
E perché, poi, se pensiamo di cambiare, temiamo sempre di perdere qualcosa e non prendiamo mai in considerazione l'ipotesi di andare a star meglio? Ci hai mai pensato a questo, tu?

Quand'è stata l'ultima volta in cui sei stato davvero felice? Me lo sai dire?

Non so da quanto tempo son ferma qui. A dire il vero, non so nemmeno se continuerò a starci. O se invece, presto o tardi, me ne andrò. Del resto, so che qualunque cosa io scelga conta poco e che la vita, per quanto io mi sforzi, andrà comunque come e dove deve.

Wer weiss, was noch kommt...


***

I cannot tell how long I have been standing here. This mug was hot before. Now it's like it's part of my hand, I cannot feel it anymore. Actually, I do not even know what I'm doing. Am I waiting? I do not know. I don't think it makes much sense. To stand here in front of a window, watching life outside that flows. The life that flows should be mine. And I should not limit myself to just look at it, I should live it. With or without you.

It's just that I'm quite strange. I find it hard to tear myself away from here because I'm afraid I have to admit that maybe there are some dreams that I have to let go. No ... it's not for me. I cling to my dreams, with tooth and nails. I'd rather let life go on. It knows how and where to go, even when we ignore it. Even if we persist in thinking that things should take another direction. Life goes on right how and where it should. Even when it seems to us that we make choices. Or that we give something up. In the end, it's life that chooses.

Wer weiss, was noch kommt ...

You see, I must admit that I fear something too. Perhaps I have even more than just one fear. Because if I look better, if I dig deep inside that hole that I feel sore in the middle of my chest (they say that somewhere down there there is my heart, but I cannot even tell if it's still beating or if it's just the memory of what it was which sends me back the echo of its beat), I can find some other fears. That I do not know if I can give up what I have of you, for instance. Would you, in my place? Would you be able to let me go?

And then, go where? Here I am, stuck in front of a window. I feel as if someone has nailed me to the floor. Who would say that I wanted to fly? Who knows, maybe I can still do it. I just have to find the courage. I have not been nailed down here, actually. I am here (since long long time), because this is where I wanted to be so far.

So far.

Tonight I read a history of Aboriginal Australians about the rainbow lorikeet. Meelia, the malformed daughter of an old wise man, everyone made fun of, decided one day that she wanted to be a beautiful bird in order to fly away and stop suffering. We should do the same. Instead we tend to cling to familiar things even if they do not make us happy. The change, the unknown, scare us.
And why, then, if we think of changing, are we always afraid of losing something and we never take into account the possibility of getting something better? Have you ever thought of that?

When was the last time you were truly happy? Can you tell?

I cannot tell how long I have been standing here. Actually, I cannot even tell if I'll stay here any longer. Or if I'll go, sooner or later,. After all, I know that whatever I choose does not matter that much and that life, no matter how hard I try, will go how and where it has to, anyway.

Wer weiss, was noch
kommt ...



domenica 20 maggio 2012

di creatività e compulsioni - of creativity and compulsivness

l'ho già detto, sono cresciuta a pane e non sei capace di. poi ho letto Dyer e mi son cambiata la vita. tra i tanti cambiamenti c'è stato il mio avvicinamento alla creatività, smettendo di pensare di essere un'incapace e anche di credere che si dovesse anelare alla perfezione oppure lasciar perdere.
quando sono approdata qui mi ero appena affacciata al mondo delle mamme creative (che in rete pullulano). e mi son lasciata ispirare e contagiare. 
nella categoria creative mood al momento ci sono 30 post, eppure sarebbero molti di più se io non avessi messo un freno. forse anche due.

mi spiego. 

il primo freno l'ho messo al creare. come spesso mi è accaduto in passato, ogni volta che scoprivo un nuovo ambito creativo (i giochi di carta, il feltro, il cucito ecc. ecc.), finivo per buttarmi solo in quello. avevo del tempo libero ed era il momento d'oro del punto festone? e io cucivo. era quello della carta? io ritagliavo. e così via. nel momento in cui mi sono resa consapevole del fatto che il momento creativo stava diventando compulsivo ho detto stop. perché per me una compulsione è una ricerca smodata di compensazione: si riempie ostinatamente un vuoto per non vedere il vuoto stesso. o forse ben altro. almeno, io la vivo così.

il che non significa affatto che io abbia smesso di creare. ho semplicemente smesso di farlo in modo compulsivo e quindi per me inappropriato. perché mi sono accorta che mettere al primo posto il soddisfacimento della mia esigenza creativa, mi sottraeva energie per altro, ad esempio. e, soprattutto, che il creare in quel modo altro non era che una fuga da qualcos'altro, spesso da una realtà che, in quel momento, non avevo voglia di vedere o di affrontare.

il secondo freno l'ho messo al pubblicare. fondamentalmente perché mi sarei sentita autoappiccicata addosso l'etichetta di mamma creativa. e non volevo (e non voglio) esser solo quello. poi vabbè, un po' mi sono chiesta : perché lo fai? ossia, perché lo pubblichi? e la risposta che mi sono data era molto vicina alla ricerca dell'altrui approvazione. altra zona erronea di cui mi sono liberata grazie a dyer, dentro alla quale mi guardo bene dal voler ricascare. 
e poi, diciamocelo, adesso che ho due (di numero) lettori uomini di cui vado anche parecchio fiera (e che, peraltro, qualcuno mi invidia, mi dicono), mica li posso tediare con questioni di mero taglio e cucito, no?

e invece.
e invece ultimamente sto pensando che forse potrei riprendere a pubblicare della mia creatività con uno scopo ben preciso: aiutare gli altri. ossia, trasmettere il messaggio a chi, come me, è stato cresciuto a pane e non sei capace di, che nella vita si può cambiare e si può e ci si deve mettere in gioco. sempre. per crescere e andare avanti.

ho detto forse, eh?
ma se così dovesse essere, spero che i due uomini di cui sopra se ne facciano una ragione e mi sopportino ugualmente.

detto questo, posso tornare tranquillamente a cucire.


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I have already said, I grew up on bread and you are not able to. Then I read Dyer and I changed my life. Among the many changes there was my approach to creativity, by ceasing to think of being inadequate and also to believe that we should strive for perfection or leave it. When I arrived here I was just looking out to the world of creative mothers (who swarm in the net). And I let them inspire and infect me. In my category creative mood at the moment there are 30 posts, but there would be many more if I had not put a brake. Maybe even two.

 I'll explain.
 
First of all I put a brake to creativity. As it often happened to me in the past, every time I discovered a new creative sphere (paper games, felt, sewing and so on), I ended up just throwing myself into that. I had some free time and it was the golden moment of blanket stitch? I sewed. Was it the one of paper? I cut out. And so on. As soon as I became aware that the creative moment was becoming compulsive I said stop. Because for me a compulsion is an excessive pursuit of compensation: one stubbornly fills voids for not wanting to see the vacuum itself. Or maybe something else. At least that's how I live it.

This does not imply that I have ceased to create. I simply stopped doing it compulsively and for me in an inappropriate way. Because I realized that while putting in the first place the fulfillment of my creative needs, I subtracted energy to something else, for example. And, above all, I saw that creating in that way was nothing but an escape from something else, often from a reality that, at that time, I did not want to see or to face.


The second brake was put to publishing what I had created. I did it basically because I would have self labeled me as a creative mom. And I did not want (and still do not want) to be just that. Then I did it because I had asked myself:
why do you do it? ie, why do you publish it? And the answer I could give me was very close to the search of other people's approval. Another erroneous zone that I had released thanks to Dyer, inside of which I am far from wishing to go back.

Last but not least, let's face it, now that I have two male readers of which I am also quite proud (and that, moreover, some envy me, I'm told), I do not want to bore them with mere cutting and sewing, right?


And instead. 

On the other hand I'm thinking that maybe I could resume publication of my creative results with a purpose: to help others. ie, in order to transmit the message to those who, like me, were raised on bread and you are not able to, that in life you can change. And that you can and you must enter into play. Always. To grow and to move forward. 

 I said maybe, huh? 
But if it should be, I sincerely hope that the two men will bear me and read me anyway.

Now, having said that, I can safely go on sewing.

venerdì 18 maggio 2012

this moment & joy pockets

{this moment - thanks to Soulemama}

un viaggio lungo un giorno
one day trip

un buffet pre matrimonio
a pre wedding buffet

i risultati con monsieur m
my results with monsieur m.

un abbraccio e un messaggio
a hug and a message

emails dal canada all'alba (là)
emails from canada at dawn (over there)

quel numero sul display
that number on the display

i miei primi 100.000 km
my first 100.000 km

la collana dell'ometto
my little boy's necklace

una crema corpo che sa di talco
a body cream which smells of talc

5 senses tour
thanks to holistic mama

mercoledì 16 maggio 2012

keep calm

avevo bisogno di fare una prova. cartoncino telato, colla da découpage... mi serviva solo una stampa.

ecco, io credo che la storia ed il messaggio che ci son dietro a questo poster, siano meravigliosi. che se si può mantenere un atteggiamento positivo in tempo di guerra (peccato che poi non sia stato usato!), lo si possa fare di fronte a qualsiasi circostanza ci offra la vita.

ma credo anche che, nella vita, sia sempre assolutamente fondamentale, metterci un pizzico di magia.

peraltro, trovo sia perfetto per la mia camera da letto.

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I had to do an experiment. linen cardboard, mod podge... I  just needed to print out something.

well, I believe that the story and the message behind this poster are extraordinary. that if you can keep a positive attitude during a war (it's a real pity this slogan has not been used at that time!) you can do it in front of any circumstance which life presents to you.

but I also think that we must always and absolutely put a bit of magic in our lives. 

by the way, I think it's quite perfect for my bedroom.


domenica 13 maggio 2012

nel nostro piccolo - in our own small way

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[per capire quanto 'piccolo' guardate qui
to see how 'small' just have a look here]

venerdì 11 maggio 2012

this moment & joy pockets

{this moment - thanks to Soulemama}

una conferenza e un esercizio
a conference and an exercise

und 'danach natürlich ohne' hat mir besonders gefallen

un'altra settimana con monsieur m.
another week with monsieur m.

un cortometraggio imperdibile
a wonderful short movie

questa canzone
l'this song



una telefonata con la donna che non deve stirare
a telephone call with the woman who shouldn't iron

denk einfach an eine wunderschöne, größe Dusche

un corso antincendio
a fire course

una videochiamata sul chakra del cuore
a videocall about heart chakra

this video

 l'inversione a U per fotografare i papaveri
a U-turn to take a picture of poppies


5 senses tour
thanks to holistic mama

mercoledì 9 maggio 2012

pagina vuota - blank page

ogni volta che arrivo qui, con millemila pensieri emozioni idee cose da scrivere, finisce che mi fermo.
e la pagina resta vuota.

sono nel mio centro.
fatico a volgere all'esterno.

e allora sto in silenzio.

(ma sto bene, in caso qualcuno se lo chieda.
e, prima o poi, torno.)

alfred gockel - uplifted heart

every time that I get here, with xthousend thoughts emotions ideas things to write, then I just stop.
and this page remains blank.

I am in my center.
it's hard to me to turn to the outside.

therefore I remain silent.

(but I'm fine, just in case someone wonders about it.
and, sooner or later, I'll be back.)
 

venerdì 4 maggio 2012

this moment & joy pockets

{this moment - thanks to Soulemama}

un compleanno lungo un weekend
a birthday weekend

il ritorno dell'ometto
having my little boy back

da hast du nichts zu befürchten

quel risultato in due giorni
that result in two days

gli aiutanti in lavanderia
some helpful people in my laundry

das hoffe ich...

5 senses tour
thanks to holistic mama

mercoledì 2 maggio 2012

attorno - around #2

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martedì 1 maggio 2012

è tornato - he's back

dopo 6 giorni in vacanza col papà, l'ometto è tornato
after having spent 6 days with his dad, my little boy is back

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