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this is a bilingual blog written by a single mom who is like many others but who somehow is also different :-)

mercoledì 23 maggio 2012

da un quadro, una storia #2 - from a painting, a story #2


jack vettriano - baby, bye bye



Non so da quanto tempo son ferma qui. La tazza era bollente, prima. Ora è come fosse parte della mia mano, non la sento più. A dire il vero, non so nemmeno cosa sto facendo. Aspetto? Non so. Non credo abbia molto senso. Star qui, davanti a una finestra e veder scorrere la vita, fuori. La vita che scorre dovrebbe essere la mia. Ed io non dovrei limitarmi a guardarla, dovrei viverla. Con o senza di te.

È che son strana, io. Fatico a staccarmi da qui perché temo di dover ammettere che forse ci son sogni che bisogna lasciare andare. … No, non fa per me. Io ai miei sogni resto aggrappata, con le unghie e coi denti. Piuttosto lascio che ad andare sia la vita. Lei sa dove, persino quando noi lo ignoriamo. Persino quando ci ostiniamo a pensare che le cose dovrebbero prendere un'altra direzione. La vita va come e dove deve. Anche quando a noi sembra di fare delle scelte. O delle rinunce. In fondo, sceglie lei.

Wer weiss, was noch kommt...

Lo vedi, alla fine mi tocca ammettere che una paura ce l'ho anch'io. Forse ne ho persino più d'una. Perché se guardo meglio, se scavo a fondo dentro a quel buco indolenzito che mi sento in mezzo al petto (dicono che da qualche parte lì ci sia il cuore, ma io non so nemmeno più bene se il mio batta ancora o se sia solo il ricordo di quello che era a rimandarmi l'eco dei battiti), ne trovo altre. Quella di non sapere se sono in grado di rinunciare a quel poco che ho di te, ad esempio. Tu lo faresti, al posto mio? Saresti in grado di lasciarmi andare?

Che poi, andare dove? Son qui, incollata davanti a una finestra. Mi sento come se qualcuno mi avesse inchiodato al pavimento. Pensare che io avrei voluto volare. Chissà, forse posso ancora farlo. Bisogna solo che trovi il coraggio. Io non sono inchiodata qui, in realtà. Son qui (da tempo immemore), perché è qui che finora ho voluto stare.

Finora.

Stasera ho letto la storia degli aborigeni australiani del lorichetto arcobaleno. Meelia, la figlia deforme di un vecchio saggio, che tutti prendevano in giro, un giorno decise di voler diventare un bellissimo uccello per andarsene via e smettere di soffrire. Dovremmo fare altrettanto. Invece noi siamo portati a rimanere attaccati alle cose familiari anche se non ci rendono felici. Il cambiamento, l'ignoto, ci spaventano.
E perché, poi, se pensiamo di cambiare, temiamo sempre di perdere qualcosa e non prendiamo mai in considerazione l'ipotesi di andare a star meglio? Ci hai mai pensato a questo, tu?

Quand'è stata l'ultima volta in cui sei stato davvero felice? Me lo sai dire?

Non so da quanto tempo son ferma qui. A dire il vero, non so nemmeno se continuerò a starci. O se invece, presto o tardi, me ne andrò. Del resto, so che qualunque cosa io scelga conta poco e che la vita, per quanto io mi sforzi, andrà comunque come e dove deve.

Wer weiss, was noch kommt...


***

I cannot tell how long I have been standing here. This mug was hot before. Now it's like it's part of my hand, I cannot feel it anymore. Actually, I do not even know what I'm doing. Am I waiting? I do not know. I don't think it makes much sense. To stand here in front of a window, watching life outside that flows. The life that flows should be mine. And I should not limit myself to just look at it, I should live it. With or without you.

It's just that I'm quite strange. I find it hard to tear myself away from here because I'm afraid I have to admit that maybe there are some dreams that I have to let go. No ... it's not for me. I cling to my dreams, with tooth and nails. I'd rather let life go on. It knows how and where to go, even when we ignore it. Even if we persist in thinking that things should take another direction. Life goes on right how and where it should. Even when it seems to us that we make choices. Or that we give something up. In the end, it's life that chooses.

Wer weiss, was noch kommt ...

You see, I must admit that I fear something too. Perhaps I have even more than just one fear. Because if I look better, if I dig deep inside that hole that I feel sore in the middle of my chest (they say that somewhere down there there is my heart, but I cannot even tell if it's still beating or if it's just the memory of what it was which sends me back the echo of its beat), I can find some other fears. That I do not know if I can give up what I have of you, for instance. Would you, in my place? Would you be able to let me go?

And then, go where? Here I am, stuck in front of a window. I feel as if someone has nailed me to the floor. Who would say that I wanted to fly? Who knows, maybe I can still do it. I just have to find the courage. I have not been nailed down here, actually. I am here (since long long time), because this is where I wanted to be so far.

So far.

Tonight I read a history of Aboriginal Australians about the rainbow lorikeet. Meelia, the malformed daughter of an old wise man, everyone made fun of, decided one day that she wanted to be a beautiful bird in order to fly away and stop suffering. We should do the same. Instead we tend to cling to familiar things even if they do not make us happy. The change, the unknown, scare us.
And why, then, if we think of changing, are we always afraid of losing something and we never take into account the possibility of getting something better? Have you ever thought of that?

When was the last time you were truly happy? Can you tell?

I cannot tell how long I have been standing here. Actually, I cannot even tell if I'll stay here any longer. Or if I'll go, sooner or later,. After all, I know that whatever I choose does not matter that much and that life, no matter how hard I try, will go how and where it has to, anyway.

Wer weiss, was noch
kommt ...



22 commenti:

  1. Fra...mi inchiodi allo schermo! adoro il tuo stile :)

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  2. Parole sante, hai ragione è la vita che sceglie anche quando pensiamo di averlo fatto noi per lei. :) Buona giornata.

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    1. Caspita...che bello leggere te e quallo che scrivi! E quanto è vero!

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    2. lillina, qualcosa è in nostro potere, sì. ma ben poco. :)

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  3. Ma tu l'hai fatto, a dispetto di tutti e tutto...hai preso il volo. Donna con le p....magari fossero tuttI come te...

    p.s. questa delle carte aborigene però me la devi spiegare ...

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    1. in un certo senso sì, giu.
      ma ho ancora dei cerchi da chiudere. e finché non lo farò, non potrò dire che sto volando davvero.

      ps: se passi di qui te le faccio anche, le carte aborigene. mica te le spiego solo.

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  4. è bellissimo Franny...
    intenso, emozionante
    è vero, si ha paura dei cambiamenti, e assurdamente si pensa sempre che portino ad un peggioramento, invece accade spessissimo il contrario, quando si ha il coraggio di affrontarli, poi si migliora la propria condizione
    bella tu, belle le tue parole
    :o)
    baciuzzi

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  5. Ciao,
    ti abbraccio forte forte con l'anima ed il cuore. Ricorda che puoi contare sul mio appoggio in questo momento particolare della tua vita. Se hai bisogno di parlare, io ci sono sempre. Paola

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  6. bellissimo.
    cara ho letto tutti gli ultimi post lasciati indietro...
    un abbraccio

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    1. oh, ester, faccio così anch'io.
      serate intere di recupero arretrati :)
      baci

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  7. Che emozione leggerti,vibrante...Chocolat.

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  8. eccomi,
    arrivo tardi ma arrivo!
    (e questa volta sono io che mi innamoro...)

    baci

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    1. un po' per uno, non fa male a nessuno, maberrie :)

      baci

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  9. Non ti conosco abbastanza: ma parli di te?
    Bella narrativa comunque!
    A presto!
    :)

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    1. questo è il bello dello scrivere: c'è sempre un po' di autobiografico e c'è sempre un po' di fantasia. dove prevale l'uno e dove l'altro.

      chissà poi il confine dov'è...

      a presto!

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  10. Urca, questa meraviglia mi era sfuggita!
    Ottimo lavoro singlemama, e quanta verità!

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    1. grazie, maima.
      sai che il 'quanta verità' detto da un uomo c'ha un suo bel perché? :)

      baci e grazie per l'apprezzamento ♥

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