da quando mi son trovata per casa i ferri da
maglia della zia ho pensato che avrei dovuto ridar loro nuova vita,
anche se non avevo idea del come. partivo da zero o poco piu': sapevo
montare le maglie e lavorare a dritto. stop. poi mamma f mi ha
consigliato i primi libri, il rovescio e la chiusura delle maglie li
ho imparati su youtube, grazie ai video di bettaknit, e via, mi son
buttata.
il primo tanto sofferto lavoro si e'
intravisto nei mesi scorsi. un filato azzurro, con un punto di colore
splendido. un lavoro nato sotto un ombrellone di paglia con di fronte
panarea, continuato sulle sedie di legno dalle donne dei vicoli,
abortito piu' e piu' volte, ripreso, interrotto, abbandonato e poi,
con un guizzo finale (anche sul treno per vipiteno), portato a termine.
l'idea
l'avevo presa da qui,
ma (siccome son grande nella testa) ho modificato lo schema: 160 maglie per 240 ferri. bordo a
legaccio (10 ferri in alto e in basso e 10 maglie ai bordi) e
quadrati da 10 maglie alternati dritto e rovescio ogni 10 ferri.
lasciando perdere i punti persi e/o sbagliati
(credo di aver cominciato seriamente a distinguere un dritto da un
rovescio al 200° ferro), per me e' stata piu' una fatica che un
divertimento. perche' quando non riconosci le maglie, devi contare.
sempre. il che puo' essere si' una sorta di meditazione, ma ogni
volta che qualcosa o qualcuno t'interrompe, poi son madonne che
volano e santi tirati giu' in terra.
comunque, questo e' il risultato:
con questo lavoro ho tanto tanto tanto
rimpianto il cucito e le mie coperte di aprile (lo so, lo so, non le
ho ancora pubblicate...), tanto che credevo non avrei piu' fatto
nulla a maglia e invece mi son ritrovata con mio sommo stupore a
comprar di nuovo della lana …
i
nonni han regalato all'ometto una sciarpa rossa che punge. cosi' lui
ha pensato bene di chiedere nella lettera per babbo natale 'una
sciarpa nuova e dei nuovi guanti e una cuffietta tutta azzurra, anche
il pang
pong'.
io ho visto questa e ho pensato di regalare a lui ed al papa' una sciarpa identica.
tralascio il fatto che – causa polar express – lui non doveva
vedere i regali di natale fino al 25 dicembre e che le sciarpe le ho
lavorate di notte o quando lui non c'era e mi hanno fisicamente
stremato. dico invece che i son servite a capire che la maglia senza
impegni e senza schemi mi piace assai. non ho la mente matematica e
lavorare senza dover contare mi ha permesso di riconciliarmi coi
ferri.
della
sciarpa grande finita non ho traccia, ma si intravede qui. e questa
e' quella piccola :
entrambe
sono lavorate con ferri 7 a filo doppio con un filato che richiedeva
(singolo) ferri 4-5.
grazie
di ♥
a
piccolalory per il tutorial e il supporto morale.
ma non e' finita qui. sono andata oltre.
stavolta
la complice e' giuliana, che, mostrandomi il lavoro che stava facendo
per natale, mi ha aperto al mondo di drops.
il
mio punto di partenza e' stato questo.
ho scritto a mamma f per sapere se lo schema per i ferri circolari
fosse convertibile per i ferri dritti. mi ha risposto che era gia'
tutto bello scritto. (???) ho capito – di nuovo – che la maglia a
schemi non fa per me e mi son messa a cercare altro. (se leggo
'lavorare le maglie come si presentano' chiudo lo schema, so gia' che
comporta per me troppa fatica e non e' piu' divertimento).
continuando a cercare, sono approdata qui,
gia' un po' piu' semplice.
l'altra
sera mi sono armata di santa pazienza, modello in carne e ossa (=
ometto), sciarpa (come riferimento per la circonferenza) e metro da
sarta e ho preso le misure nella speranza di riuscire ad azzeccarle.
ho
poi montato 60 maglie (che non so quando son diventate 62...) e ho
lavorato 10 ferri a legaccio e altri venti a maglia rasata.
dopodiche'
ho improvvisato le diminuzioni sui ferri a dritto cercando di
distribuirle in maniera uniforme, ma sono davvero andata a caso (e, ahime',
non ho scritto nulla), misurando il risultato sulla testa dell'ometto
ogni 3x2 e affidandomi unicamente alla buona sorte.
quando sono arrivata a questo punto
e mi e' parso che sull'ometto
tutto cio' potesse avere un senso, ho chiuso le maglie e cucito il
lavoro al rovescio con punto indietro bello fitto e vicino alla
cimosa. ed ho poi concluso la serata in totale personalissima
esaltazione come la sera in cui ho cucito i pantaloni di buzz
lightyear.
credo ricomincero' presto. pero'
e' chiaro che con uno schema proprio no. :-)
p.s.: al pang pong ci
abbiamo rininciato. il cappello da elfo ci piace cosi' com'e'.
***
summarized english version:
I started knitting a couple of
months ago with almost no knowledge of it. I simply bought a couple of
books and watched lots of video tutorials on youtube.
my first project was a cradle
blanket. it helped me understand that I practically hate schemes and
that I don't have fun in counting every row or having to pay total
attention in what I' doing. every time something or someone
interrupted me, it was a nightmare.
in spite of this I found myself
buying some more yarn.
since
my little boy had asked Santa Claus to bring him 'a
new scarf and gloves and a new cap all light blue', I decided to make
two identical scarves: one for him and one for his dad, for Xmas.
since he couldn't see me working on them, I had to knit by night or
when he was not with me.
the
scarves, having basically no scheme, helped me to pacify with
knitting and – except for my becoing overtired night after night –
also to have some fun. for this project I must say thanks to
piccolalory.
but I
could even do more.
a
couple of nights ago I took needles and thread and my little boy
(hoping to get the right measures) and started his elf hat.
I
had hoped to do this hat, but I really don't understand schemes, let
alone if the scheme is made for circular needles and I can barely use
the normal ones. therefore I just improvised without following a
scheme.
well, my relationship with knitting is a sort of difficult love, but it's indeed worth it.