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this is a bilingual blog written by a single mom who is like many others but who somehow is also different :-)

giovedì 1 marzo 2012

da un quadro, una storia #1


jack vettriano - his favourite girl
Le sembrava fosse passato un mese, dal loro primo incontro e invece non eran che pochi giorni, qualche manciata di ore diurne e qualche notte più o meno insonne.
Lo aveva visto per la prima volta al parco. In un tiepido pomeriggio di primavera inoltrata si era seduta sull’unica panchina ancora parzialmente libera di fronte agli scivoli, per tener d’occhio suo figlio. Non si era resa conto di chi occupasse il resto della seduta, finché Jacopo era arrivato di corsa con Pietro, il suo amico del cuore, per chiedere se potessero comprare un gelato. L’uomo in jeans e camicia celeste seduto accanto a lei sulla panchina, aveva prontamente posato il Financial Times e messo mano al portafogli per dare i soldi a Pietro, che pagasse pure il gelato anche al suo amico. Lei aveva tentato di declinare e restituirglieli, ma l’uomo era stato irremovibile. Forse avrebbe dovuto insistere, ma proprio non riusciva a reggere lo sguardo verde smeraldo che aveva di fronte, quasi avesse timore di cascarci dentro. 
Con un sorriso di circostanza e un filo di inquietudine era tornata al suo libro, dall’altro capo della panchina. Non osava voltarsi, né alzare gli occhi dai versi che stava leggendo. Il senso di inquietudine era ancora lì.

-     Te
lasciarti essere te
tutta intera
Vedere
che tu sei tu solo
se sei
tutto ciò che sei …

Allora sì, gli occhi li aveva dovuti alzare. L’uomo dalla camicia azzurra, le gambe accavallate alla maniera tipica degli maschi e un braccio mollemente adagiato sullo schienale della panchina, la guardava sorridente.

-          Sta leggendo Erich Fried… Non lo conoscono in molti…
-          Oddio, lei lo recita addirittura a memoria. Deve conoscerlo bene…
-          Abbastanza, sì. E mi piace parecchio.

Si era sporto in avanti, tendendole la mano:

-          Io sono Luca e credo, possiamo tranquillamente darci del tu…
-          Io sono Eleonora, va bene, volentieri...

Ancora quello smeraldo. Ancora l’inquietudine. Eleonora lasciò che il rintocco delle campane dalla piazza la riportasse alla realtà.

-      Accidenti com’è tardi… Jacopo! Forza, dobbiamo andare. Devo ancora preparare la cena…

Si erano salutati con un vago ‘a presto’ e con quel senso di incertezza tipico di chi non sa se dire altro o tacere e, di lì a poco, erano tornati entrambi alle loro case ed alle loro vite.

Il giorno successivo, neanche a farlo apposta, si erano incrociati e salutati fugacemente nel salone della scuola. Eleonora, era certa di non averlo mai incontrato prima. Stretta dentro ad una gonna a tubo e un trench si sentiva ancor più a disagio che non dentro all’informe abbigliamento da casa indossato il pomeriggio precedente. Luca invece era impeccabile, in abito classico, pronto per finire dritto in chissà quale ufficio e con chissà quale ruolo di prestigio.

Il mattino seguente, forse inconsciamente e forse assolutamente no, Eleonora aveva fatto in modo di arrivare a scuola esattamente alla stessa ora del giorno prima ed aveva provato una lieve punta di delusione per non averlo incrociato nell’atrio. Lo aveva però trovato al parcheggio, fermo accanto alla sua auto, come se la stesse aspettando.

-    Ti devo chiedere un favore. Mia moglie è via per lavoro, la tata è ammalata ed io nel pomeriggio ho una riunione che proprio non posso cancellare. Non è che potresti prendere tu Pietro, questo pomeriggio? 

I passi successivi erano stati il suo sì, la firma della delega dalle maestre e lo scambio dei numeri di cellulare per qualsiasi eventualità.
Quando alle 18.45 avevano suonato alla porta, era passata fugacemente davanti ad uno specchio per vedere se fosse presentabile ed aveva inspirato profondamente prima di girar la chiave nella toppa, per prepararsi psicologicamente allo smeraldo. Le sue aspettative non avrebbero potuto esser maggiormente disattese dopo che, aperta la porta, si era trovata di fronte una donna. Alta, magrissima, androgina, capelli biondi a spazzola e due occhi color del ghiaccio che forse del ghiaccio non avevano solo il colore. ‘Ecco da chi ha preso gli occhi Pietro…’ aveva subito pensato. Ada era venuta a prendere il figlio, si scusava per l’ora tarda e ringraziava per l’ospitalità, gentile ma distaccata, come volesse mantenere le distanze. E forse era meglio così.

Quella era stata la prima notte insonne. Eleonora aveva sognato a brandelli nei pochi momenti in cui era riuscita a prender sonno. Ricordava soltanto la donna dagli occhi di ghiaccio in armatura luccicante che arrivava all’attacco galoppando un bianco destriero e brandendo una spada. Nulla più. ‘Certo, se quello è il tipo di donna che gli piace, io proprio non ho speranza. Siamo come il giorno e la notte…’  Quel pensiero era arrivato fulmineo, da chissà dove. E lei aveva trascorso il resto della nottata a girarsi e rigirarsi nel letto cercando invano di scacciarlo.

Il giorno seguente, sempre più o meno inconsciamente, si era lasciati i capelli sciolti – li portava sempre raccolti, le davano noia – ed aveva infilato i piedi dentro a un paio di décolleté col tacco. ‘ecco, lei è il giorno ed io la notte. Così, in caso, il problema nemmeno si pone…’ si diceva, mentre guidava verso la scuola.
Luca era già lì, appoggiato al muretto d’entrata. Voleva ringraziarla per il giorno prima e scusarsi per non aver avvistato che sarebbe andata Ada ma lui era bloccato in riunione e proprio non aveva potuto.

-          Hai tempo per un caffè?

Accanto al bancone del bar, con i tacchi ai piedi, gli occhi di Eleonora si trovarono ad essere perfettamente allineati con quelli smeraldo di Luca. Un lieve sussulto e la chiave dell’auto le era sfuggita di mano. Lui si era prontamente chinato a raccoglierla, ma a lei sembrò che si rialzasse al rallentatore e le parve intuire il suo respiro sulle ginocchia. Di nuovo lo smeraldo.

-          Si è fatto tardi, devo scappare…
-          Lascia stare, pago io.

Era ancora per strada quando dalla sua borsetta era arrivato il bip di un messaggio al cellulare. ‘sarà la solita collega bloccata nel traffico…’. Si ricordò di leggerlo quando ormai era a pochi passi dall’ufficio. E si ritrovò impietrita di fronte al cancello d’ingresso.

-   Ti prego, Eleonora, dimmi che mi sono sbagliato… dimmi che non hai una giarrettiera sotto quella gonna… o penserò a te tutto il giorno…

Eleonora. Quel nome scritto non lasciava adito a dubbi, il messaggio era proprio diretto a lei. Buttò il telefono dentro alla borsa, quasi scottasse, e corse in ufficio. Lì accese il computer, prese di nuovo il cellulare e si chiuse in bagno. Lei non aveva una giarrettiera addosso, no. Dei normalissimi collant. Aveva da tempo rinunciato alle autoreggenti e alla biancheria sexy dentro le quali il suo ex marito, nel migliore dei casi, la faceva sentire ridicola. Solo capi basic. Niente pizzi e niente amenità. Eppure una parte di sé avrebbe voluto rispondergli: ‘e che male c’è? Pensami.’ Poi quella stessa parte di sé in pausa pranzo sarebbe corsa nel negozio di intimo del centro commerciale a rifarsi il guardaroba. Bip bip. Un nuovo messaggio.

-          Lascia stare. Ti penserò comunque.

Quel giorno in ufficio non era riuscita a combinare nulla. Aveva volutamente fatto il continuato per evitare le tentazioni della pausa pranzo e, terminato l’orario di lavoro, era corsa diretta a casa. Jacopo avrebbe trascorso le serate successive col padre e lei avrebbe persino fortunatamente evitato di doversi presentare a scuola l’indomani. Voleva far finta di niente. Come non fosse successo nulla. Eppure sperava di sentire un altro bip bip. 

Quella sera non riuscì a cenare, né a leggere, né a guardare la tv. S’infilò nel letto ma non poté prender sonno. Allora si alzò e prese a rovistare nel cassetto della biancheria intima. Nulla, aveva buttato via tutto quello che era anche solo vagamente sexy e femminile. E proprio mentre stava rovistando, bip bip.

-          Ma tu riesci a dormire con me dentro ai tuoi pensieri? 

Eleonora si sentì come se gli occhi smeraldo la stessero osservando. Bip bip.

-     La vita
sarebbe
forse più facile
se io
non ti avessi mai incontrata.

Erich Fried. Non c’era bisogno che lo leggesse, no. Ne era assolutamente certa. Spense il cellulare e si ributtò nel letto, conscia che anche quella notte non avrebbe dormito granché.

Il mattino dopo, stanca come un mulo, si era infilata jeans e maglione e si era trascinata verso l’ufficio. Soltanto una volta giunta alla scrivania aveva acceso il cellulare. Bip bip. Bip bip. Bip bip.

-         Sognami.

Ecco, quello era stato inviato la sera prima.

-     Chi ha nostalgia di te
quando io ho nostalgia di te?
Chi ti accarezza
quando la mia mano ti cerca?

Ancora Fried.

-         Io so che ci sei. Lo sento. Ti sento. Nei miei pensieri tu sei con me.

Quel pomeriggio Eleonora, nuda davanti allo specchio, col telefono in mano, improvvisamente si ricordò. Ricordò cosa voglia dire il batticuore. Cosa significhi esser dentro ai pensieri di un uomo in quel modo. E anche cosa voglia dire essere donna. Pensò a Ada, al suo fisico informe, e mentre i suoi occhi scorrevano sulle curve pronunciate del suo corpo lungo lo specchio, capì di voler cedere all’uomo dagli occhi di smeraldo.

L'indomani si diede malata e non si presentò in ufficio. Dormì profondamente quasi tutto il giorno. Al risveglio controllò il telefono, non aveva sentito arrivare i messaggi.

-      Vedi, Eleonora, io non sono pazzo. Forse un poco. O forse lo sono sì, totalmente, ma di te.

-      Brancati & Loi Consulting, Corso Leonardo da Vinci, 7 – 3° piano, scala A. Vieni da me. Stasera, alle 20. Non ci sarà nessun altro. Ti aspetto.

-     Pensarti
e pensare a te
e pensare soltanto a te e
pensare a berti
e pensare ad amarti
e pensare a sperare
e sperare e sperare
e sperare sempre più
di rivederti sempre
Non vederti
e nei pensieri
non soltanto pensarti
ma già berti
e già amarti …

Guardò l’ora: le sette meno un quarto. Come un automa s’infilò sotto la doccia e si preparò. Nulla di troppo vistoso, la biancheria sexy poi alla fine non l’aveva più comprata.
Arrivò sul posto puntuale. Suonò il campanello, nessuno rispose ma il portone si aprì con uno scatto. Bip bip.
-    Terzo piano. Entra e percorri tutto il corridoio di sinistra. In fondo c’è una porta color panna. Io sono oltre quella porta. Vieni da me.

Giunta alla fine del corridoio, Eleonora si spogliò e posò i suoi vestiti sulla poltroncina di velluto rosso nell’angolo. Poi si mise di fronte alla porta, inspirò profondamente e, senza dire una parola, l'aprì. 

[un grazie a melusina, che mi ha ispirata, a erich fried che amo, e a chi-so-io
che ha scoperchiato il vaso di pandora e mi ha fatto tornare la voglia di scrivere]



46 commenti:

  1. Uaoooooooooo te pensa a tradurlo anche in tedesco sto grido! Bravissima.

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    1. oddio, per un attimo ho temuto che mi dicessi di tradurre in tedesco il post...

      (...che peraltro non sarebbe una cattiva idea...)

      grazie!!! baciooo

      ps: il grido in tedesco credo sia uguale...

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  2. bhe io me lo solo stampato e me lo leggo stasera con calma .....FRAAAAAAAAAAAAAAA ti lovvo :)ROBI

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  3. Lusingatissima per la citazione, ti ringrazio e sai cosa ti dico? Lanciati! Anzi, ti sei già lanciata: ora non fermarti.
    Bacione.

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    1. beh, mica potevo non citarti! coi tuoi post mi hai riportato agli esercizi del mio corso di scrittura creativa di qualche anno fa. allora scribacchiavo. poi mi sono concentrata sul cambiare (in meglio) la mia vita e ci ho perso l'abitudine.

      ok. resto lanciata.
      con tutti i complimenti che ho avuto oggi, è difficile che mi fermi ahahahah.

      bacione :)

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  4. Spero tu segua il consiglio di Melusina :-)

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  5. coinvolgente e magnifico...sono tanto contenta che hai ricominciato a scrivere sei bravissima!
    Un abbraccio!

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    1. vedi? tu sì che fai parte del mio passato! quel ricominciato lì ne è la prova.

      ti adoro e son contenta che non sei proprio sparita del tutto.

      baci ♥♥♥

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  6. Risposte
    1. osti.
      anche questo è un complimentone...

      :))

      grazie!!

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  7. Fra...FRa...io so solo che mi tieni incollata al monitor...sei fantastica!
    Vuoi dirmi che tutto questo scritto te l'ha ispirato quel quadro?...sono senza parole!
    Ma anche questo racconto finisce qui? ma tu devi scrivere un libro! la tua serenità si vede anche qui...
    un baciotto e buon weekend

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    1. beh, sì, deb. è proprio partito tutto dal quadro.
      il racconto sì, finisce qui.
      e non sei la prima che mi dice 'sta cosa del libro.
      prima o poi finisce che ci credo ahahahah.

      baci e buon weekend

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  8. Franny....my compliments.......davverissimo :-)
    Brava brava bravaaaaaaaaaaaaa :-)
    Attendo il seguito,ahahahahahahahahaha ;-P

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    1. grazie, mia entusiastica jen :))

      ehm, il seguito?
      non credo sia destinato al pubblico di questo blog ;-P
      e comunque non è (ancora?) stato scritto.

      baci

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    2. potresti sempre aprire un altro blog e scrivere a puntate!!! avresti già le prime due sostenitrici!! ;)

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    3. oddio mi manca solo un altro blog e son fritta ... ;)

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    4. Oh si siiiiiiiiiii,io ci sto ;-)
      ahahahahahahahahahaha

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    5. ahahahahah
      (non ce la posso fare...)

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  9. Correggi l'ora del blog,è leggermente indietrooooooooo :-)

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    1. problemi di blogger.
      ed io, che credo che il concetto di tempo sia altamente relativo, non mi pongo il problema ahahahahah

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  10. ahhhhhhhhh (sospirone ****)
    Mi piace, si si, ribadisco, che mi piace come scrivi.

    e Erich Fried non lo conoscevo, conosco molto poco la poesia contemporanea, purtroppo... però mi piace anche lui.

    vai avanti Franny, non ti fermare! baci baciuzzi

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    1. vale, stamani tra i miei giri in bicicletta nel sole, c'è stato anche quello in biblioteca. ho riportato un libro e ho chiesto erich fried del quale mi han trovato un testo bilingue (lingua originale + traduzione).

      fosse stato per me bastava la prima. ma se poi le pubblico solo in tedesco su fb qualcuno finisce che mi picchia... :))

      grazie del sostegno e dell'incoraggiamento!! ♥♥♥

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  11. beh, mi hai fatto rosicchiare l'unghia del mignolo, sei contenta?
    Di solito, solo la fiorentina ci riesce.
    Davvero avvincente, sobrio, mai sopra le righe e realistico.
    scriviamo scriviamo che ci fa bene!

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    1. hombre, quella storia lì dell'unghia io la prendo come un complimento, eh?

      va bene, va bene, scriviamo. cioè scrivo anch'io. occhei.

      (grazie)

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  12. il captchaaaaaaaaaaaaaa?
    uffa però
    dai su, ce la puoi fare a toglierlo...

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    1. oh captchatore, mio captchatore! ...
      ieri ho passato un'ora a lambiccarmi il cervello per capire come diamine si levasse 'sto benedetto captcha. nulla. ho desistito.

      poi, quando prima ho letto il tuo commento, mi è venuta l'illuminazione: ho cercato da san gugol e ho trovato. credo che ora non ci sia più.

      ma quel che mi preme maggiormente dire è che l'ho fatto per te. sallo.

      :D

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    2. finalmente Fra! sappi che hai fatto un favore anche a me...non ne potevo più, ogni volta sbagliavo, insistevo solo perchè ci tengo a te!! :D un bacio

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    3. io lo detesto quanto tutti voi, ma ritengo per esperienza su un'altra piattaforma, che abbia una precisa utilità.

      (al primo segnale di spam il captcha torna, 'sapevatelo' fin d'ora...)

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    4. Evviva!! Il mio rito di de-captchizzazione ha funzionato! Grazie!! (ho appena visto un blog che, invece di chiederti di trascrivere parole illeggibili, ti mette una somma da fare; a me é venuto 13+7, era nelle mie possibilitá, anche se per poco ;-)
      Se proprio lo rimetti, pensa a quello matematico...

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    5. 13+7 ce la posso fare anch'io. ahahahah
      ti ricordo come sto messa ...

      ma temo non si possa scegliere...

      in ogni caso, se tutto va liscio non lo rimetto il captcha, don't worry.

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    6. scusate se mi intrometto, ma... come si toglie ilil captcha? anche io non lo sopporto
      Grazie

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    7. sono commosso, anche se avrei preferito che tu avessi trovato le istruzioni da me, ché ci sono.
      viva viva i decaptcha blog

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    8. hombre, e son commossa parecchio anch'io che te tu abbia finalmente letto il mio commento! ;)

      ora, a me spiace ora un po' sapere che le istruzioni non le ho trovate da te. ma son contenta e giuliva che almeno tu sappia che tra tutti gli attivissimi decaptchatori io avessi scelto te per primo.

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  13. Ullalà, ma qui mica si scherza!!!
    Complimenti singlemama: proprio, ma proprio, bello!
    Ancora, please. :*

    C'ho anche un po' d'invidia. A te il Rispondi funzia...

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  14. tu, maima, c'hai un modo di farmi arrivare le parole che mi apre un sorriso fino alle orecchie. sallo. :*

    azz. il rispondi ...
    ma tu come l'hai tolto il captcha? dalla vecchia visualizzazione di blogger come me? magari la chiave di tutto sta lì...

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    Risposte
    1. Sì. Sono andato nella vecchia visualizzazione e l'ho tolto. Sbagliai?

      Tra l'altro, stando a quello che leggo su gugol, non sono l'unico a cui è capitato.
      La cosa che mi fa ...zzare come una bestia è il modo in cui ignorano le richieste di chiarimento. Neanche rispondono. Lo ripeto: ancora un paio di giorni e trasloco da un'altra parte, dove il Rispondi funziona e le date pure...

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    2. no, non credo che sbagliasti. ho fatto uguale io...

      so di cosa parli. è successa la stessa cosa sulla vecchia piattaforma in cui avevo il blog precendente. spam, casini, richieste dei bloggers ignorate e buona parte di noi è approdata a blogger.

      sai una cosa curiosa? io che son sempre stata un po' perfettina e maniaca sulle date, di questa cosa qui del tempo sballato non mi sto curando per niente? è che vivo il tempo come assolutamente relativo ultimamente (dev'essere per via del karma e la storia delle altre vite) e proprio me ne frego? e lo trovo curioso questo mio nuovo atteggiamento.

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    3. Atteggiamento giusto!

      Quello che mi turba è che 'ste cose te le fanno piovere addosso. E non rispondono!!

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    4. sai che a me quel poco che hai scritto ha trasmesso davvero se non rabbia, un vero e proprio risentimento? e mi chiedo: ha senso che uno si rovini il fegato per 'sta roba? un tasto rispondi o l'ora dei commenti... oddio, magari non ti rovini proprio il fegato. ma sono certa che stai meglio se non dai loro troppo peso e non te ne curi e sorridi. :)

      accetta ciò che non puoi cambiare. se non vogliono prendersi la briga di rispondere non lo faranno, che tu t'inc@xxi o meno. cambia ciò che puoi. perciò sì, se ti fa stare meglio trasloca. io. l'ho già detto, ti seguo. ti ho appena trovato. mica ti voglio già perdere! :*

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    5. Eh, ma io sono convinto che le cose che non posso cambiare sono davvero pochissime ;)
      La goccia scava la pietra.
      Il risentimento arriva anche a mister G., che legge e indicizza tutto...

      E poi, è già da cinque mesi che tengo i piedi in tre scarpe ;)

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    6. mi piaci, maima.
      te l'ho mai detto?
      dev'esser perché davvero mi somigli molto. :))

      io però non do' un gran peso nelle mie scelte all'altrui opinione. quindi sostanzialmente me ne sbatto di mister G. ;)

      le altre scarpe mi sa che me le sono perse... :D

      vai dove vuoi, io ti seguo. :*

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  15. Mi piace molto. Soprattutto che finisca tutto dove inizia il quadro. Un quadro e un racconto, assieme. Gli anni trascorsi a Mart e quelli da (ghost?) writer si mescolano, in questo post, e il frullato che ne esce fa vibrare piú corde contemporaneamente. Il che non é poco, per me. Partire da una torta al cioccolato e costruirci una storia...un po´ quello che viene cosí spontaneo ai bimbi piccoli, e che io cerco di imparare di nuovo, dopo anni organizzati e in-gessati.
    Stavolta ti lascio con Estrema Riluttanza, davvero. :-D

    PS: comunque anch´io ho avuto un´eperienza del genere, con un tipo carrieroso ammogliato e con molta prole che faceva il brillante a suon di messaggini. Il fascino dello smeraldo non lo subisco piú, ahimé, mi ci vogliono le situazioni chiare e senza nascondimenti, da qualche anno. Sará l´etá.

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  16. claudia, intanto rido un po' per l'Estrema Riluttanza e un po' perché il coso qui in parte ha allargato i suoi orizzonti e dice semplicemente che sei in sudafrica ahahahah...

    lieta che il racconto ti piaccia. in effetti partire da un'immagine e scriver quel che viene è sempre stato uno dei miei compiti del corso di scrittura creativo preferito.

    sono ispirata al momento. non credo mi fermerò. non subito almeno. baci ♥

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